Pinzuti sul palco

Le parole e le pietre. Costruire il femminile nel linguaggio

Cosa significa comunicare? Come si fa a costruire un linguaggio rispettoso, inclusivo e paritario?

Per la teoria dei linguaggi, non si può non comunicare.

Ciò detto, si è indubitabilmente assistito, a partire dal secolo scorso, ad un mutamento in senso “orizzontale” della comunicazione.

È infatti in quel periodo che la parola si è fatta “piana”, mutando, con il turning point del sessantotto, le sue funzioni. Nel linguaggio ordinario si sono affacciate forme dirette (il ‘tu’), le cosiddette parolacce come idioma scanzonato e comune, sono comparsi i diminutivi anche nel linguaggio formale (“Proffe”).

Con l’affacciarsi, nella variegata galassia comunicativa, dei social media, tutto è divenuto ancora più orizzontale: anche la comunicazione violenta.

Le ragioni sono molte e non è questo il luogo di analisi: quello che conta, semmai, è analizzare perché le donne sono il bersaglio spesso principe (e non principessa) e principale, di tale violenza.

La ragione è ovvia: come tutte le minoranze di potere, le donne subiscono, là dove avanzino diritti o palesino una certa prestanza intellettuale, la reazione della cancellazione.

In questo intervento Eleonora Pinzuti ha mostrato, di fronte ad un pubblico attento e partecipe, una pragmatica della comunicazione femminile e come costruire un linguaggio paritario e inclusivo, attraversando passaggi storici e fonti fondanti.

Proprio a partire dalle “pietre” verbali che vengono tirate contro le donne (offese sessiste, stupro verbale, minacce etc.) bisogna produrre una lingua consapevole, assertiva, attenta alle proprie funzioni logiche.

Dunque, consapevoli delle funzioni dell’offesa, è necessario costruire con forza una assertività e una “dicibilità” di se stesse e del femminile denunciando ogni violenza verbale. Per questo c’è anche un servizio come Odiare ti costa  che sostiene le vittime nel percorso di sanzione.

Ma, come sempre, quel che conta è imparare ad esistere nel linguaggio, perché se non c’è nominazione non c’è esistenza.

 

Pinzuti sul palco

Torna su